Eventi Passati
Reinnestare una tradizione
di Pino Gala
In un mondo in continua e rapida trasformazione, talvolta si sente il bisogno di tornare alle origini.
Le espressioni culturali hanno avuto spesso una fonte, un luogo di gestazione e di radicamento.
Il carattere locale di certe arti popolari sono il frutto di contesti ristretti che sono stati per secoli cantieri di fabbricazione di idee e di opere. Da alcuni decenni le periferie stanno diventando sterili a vantaggio di una creatività dal forte carattere mondiale. Vincono modelli espressivi forti e annientano gli esili flussi creativi dei paesi marginali.
D’altro canto uno dei fini più alti e appaganti di un ricercatore è quello di restituire alle comunità di provenienza il sapere documentato alcuni decenni prima. In molti casi l’etnografo si è trovato ad ricevere dagli ultimi depositari certe conoscenze e pratiche tradizionali, archiviando così testimonianze preziose andate poi perdute presso le nuove generazioni; certi filmati o registrazioni sonore sono oggi irripetibili e quindi di alto valore culturale per la comunità d’origine.
Lo stesso ricercatore accresce, quindi, la sua funzione se riporta a conoscenza i discendenti e i compaesani del patrimonio culturale di un tempo. Ma se oltre a mostrare e analizzare l’esperienza documentaria, si cerca di riportare in vita quelle testimonianze “storiche” reinnestandole negli stessi luoghi dove furono attinti, tale operazione diventa sul piano culturale ancor più meritoria, poiché vuol dire far continuare una vita, un uso, un’eredità immateriale.
La nona edizione
ritorno ai luoghi d’origine e il ballo legato e figurato dei contadini d’Abruzzo.
Il nono anno di questo laboratorio vuole continuare il lavoro di restituzione di musiche e balli abruzzesi, avviato lo scorso anno. Tornare affinché torni in loco la voglia di divertirsi con linguaggi coreutici che erano propri degli anziani delle località scelte per tale operazione di restituzione e rivitalizzazione, poiché il ballo di tradizione era importante mezzo di socializzazione e di trasmissione di concetti e valori.
Ma il nuovo programma aggiunge anche un’osservazione praticante di repertori coreutici che erroneamente spesso vengono trascurati perché ritenuti non etnici. Infatti vi è un ampio numero di balli popolari ottocenteschi che in ogni regione d’Italia sono transitati più volte tra i diversi ceti sociali (in direzione verticale) e tra diverse aree europee (in direzione orizzontale). Si tratta di quei balli a coppia mista e legata che, attinti da varie usanze etniche europee, sono diventati di moda prima nei saloni nobiliari della nobiltà del primo ‘800, poi sono divenuti simbolo della nascente borghesia industriale, trasmessi spesso attraverso il diffondersi di scuole e di manuali di danza, sono stati infine adottati e adattati dalle classi artigianali di paese e poi, solo nella seconda metà del XIX sec. appresi e a loro volta ritrasformati in ambito rurale in tutte le regioni italiane. Oggi dopo più di 150 anni possiamo affermare che i balli come valzer, mazurka, polka, quadriglia, scottish e marcetta sono da considerarsi ormai patrimonio popolare e di tradizione. Ai balli ottocenteschi si sono aggiunti poi nel ‘900 il fox-trot, lo spirù, la raspa e altri, che sono divenuti patrimonio tradizionale suonato da orchestrine di plettri, zampogne e organetti.
Compiendo ricerche etnografiche in Abruzzo ci siamo imbattuti spesso in modi particolari di interpretare a livello rurale valzer, polka, mazurka, passetto o marcetta, ecc. Inoltre tra i balli ottocenteschi vi sono poi i balli figurati, cioè quelli che basandosi sui suddetti, elaborano con cambi e schemi fissi, sono diventati balli di gruppo giunti sino a noi, come lu denzë, lu cotiglione, lu tre passi, danza la mazurka scagnètë, lu valzë scagnètë, lu scagnarillë, lu balle nóvë, lu sciottë, ecc.
Negli ambienti folk europei negli ultimi anni molti giovani stanno riscoprendo i balli legati alla francese, così si va diffondendo l’esotico fenomeno delle cosiddette “mazurke clandestine” d’Oltralpe. Tale processo, dettato da mode acritiche, ignoranza e diffuso complesso di inferiorità, è come la scoperta dell’acqua calda. Bisognerebbe infatti sapere che in Italia vi sono centinaia di esempi di balli di coppia ottocenteschi, ogni area ha memoria e talvolta ancora ben praticati i suoi balli in coppia legata. Con questo progetto vogliamo rivalorizzare questo cospicuo repertorio appreso dagli anziani, che in molte parti d’Abruzzo continuano a divertirsi a ballare in coppia durante le feste da ballo.
COME SI STRUTTURANO I SEMINARI
La IX edizione di “CONCORDANZE – Alle radici e allo specchio” si caratterizza per avere, oltre alle lezioni tecniche di ballo, condotte da insegnanti-ricercatori di quarantennale esperienza didattica e docenti formatori nazioni di danze etniche, anche conferenze teoriche sulle tradizioni abruzzesi a tema vario.
Grande importanza sarà data sia alle prassi esecutive originali d’ogni ballo e sia alla visione guidata di réportages di investigazione audiovisiva. Le esperienze pratiche saranno supportate da conoscenze basilari di etno-demo-antropologia, onde evitare consumismi superficiali, delocalizzazioni improprie e confusione di ruoli.
Durante lo svolgimento del progetto verrà presentata la pubblicazione di un quaderno sulle tradizioni abruzzesi, con ampi spazi dedicati ai balli, alle feste e ai canti della regione.
Ai partecipanti saranno forniti attestati di frequenza, indicazioni bibliografiche e discografiche e messe a disposizione pubblicazioni inerenti argomenti trattati. Le lezioni didattiche utilizzeranno musiche originali registrate sul campo e verranno insegnate le danze nelle loro forme osservate dai detentori delle specifiche tradizioni locali.
Sarà vietato fare riprese filmate senza l’autorizzazione della direzione del progetto.
PROGRAMMA
IL BALLO LISCIO DELLA TRADIZIONE ABRUZZESE (prima puntata)
Sabato 11 febbraio 2017
Società Operaia di Spoltore – Piazza D’Albenzio – Spoltore (PE)
16-19,30: Lezione tecnica di ballo:passetto o marcetta, polka e valzer, polka fiorata, tre passi, cotiglione, valzer scambiato
Insegnanti: Pino Gala e Tiziana Miniati
19,30-20: Conferenza:La rivoluzione dei balli legati nel secolo della rivoluzione industriale (di G. M. Gala)
con proiezione commentata di cartelli, foto e documentari etnografici.
20,30: Aperitivo in musica con la Compagnia della Pescara
Novena di Natale Itinerante
Giovedì 29 dicembre 2016
Programma:
ore 17,30
Ritrovo al Belvedere in Via Dietro le Mura
ore 18,00/ 20,00
Itinerario nel Centro Storico
musica a zampogna con I Pifferai d’Abruzzi
Duo tradizionale
Mario Canci piffero, Giuliano Angelozzi zampogna
ore 20,00
Società Operaia di Mutuo Soccorso
saluti e brindisi con la Compagnia della Pescara
ore 21,00
Gran Cena
buffet in musica
ore 22,30
Concerto
Terre del Sud
dalla Majella ai trabocchi
ore 23,00
Tombolata di mezzanotte
caldarroste e vin brulè
L’associazione culturale I Colori del Territorio partecipa alla 5° edizione di Pifferaria 2016, la Festa degli Zampognari che si terrà nei seguenti giorni
domenica 4 dic.
ore 11,00 ritrovo area antistante Palazzo Farnese
ore 11,15/ 13,00 balli itineranti per le vie del centro storico
ore 13,00/15,30 pausa pranzo
ore 16,00/18,00 “La Novenae” Omaggio a “le Madonnelle”
mercoledì 7 dic.
ore 18,00/20,00 – Teatro F.P.Tosti
L’ass. I Colori del Territorio, l’Ass. ASTRA e il Museo delle Genti d’Abruzzo promuovono l’iniziativa di solidarietà a favore dei terremotati del Centro Italia
“Un Futuro per Amatrice”
sabato 22 ottobre 2016 al Museo delle Genti d’Abruzzo di Pescara
La festa solstiziale di San Giovanni affonda le radici nell’antichità e rivive da diversi anni a Spoltore per iniziativa dell’associazione I Colori del Territorio. L’apertura della Chiesetta di San Giovanni posta in prossimità dell’antica “Porta Cieca” di Spoltore, l’originale Fontana usata per il Rito dell’Acqua e lo scambio del Ramajetto, Largo di San Giovanni destinato alla Fiera Mercato e all’accensione del Fuoco, fanno di quest’area un contesto unico e inimitabile. Ancora una volta il ricco programma della Festa di San Giovanni si rafforza di una nuova iniziativa “Cumbar’a fiore”.
Il Comparatico di San Giovanni tra le associazioni Astra – Amici del Museo delle Genti d’Abruzzo di Pescara e I Colori del Territorio di Spoltore, come segnale di reciprocità culturale, rinnovando e ripensando antiche ritualità. Tra le numerose iniziative si prevede La Santa Messa presso la Chiesa di San Panfilo, la benedizione dei Ramajetti e delle Lumache presso la Chiesetta di San Giovanni, i racconti su Rituali e Tradizioni del San Giovanni in Abruzzo da parte dell’etno-antropologa Adriana Gandolfi, canti e balli con La Compagnia della Pescara, lo scambio del Ramajetto e il tradizionale Falò con il Salto del Fuoco.
LA SALTARELLA NELLA VAL DI SANGRO
il canto, la danza e la società di tradizione
Gessopalena è la patria del folklorista Gennaro Finamore, grande ricercatore e studioso delle tradizioni abruzzesi a cavallo tra ‘800 e ‘900.
A lui si devono molte raccolte etnografiche, dallo studio dei dialetti ai canti e alle novelle.
Un secolo circa dopo le ricerche di Finamore, è stata svolta a partire dal dicembre del 1980 la ricerca sulle danze popolari della Val di Sangro. L’indagine continua tuttora, nonostante la forte rarefazione della pratica tradizionale di canti, musiche e danze da parte delle ultime generazioni. Pur se molti saperi e usanze sono andate dal tempo di Finamore perduti, preziose testimonianze sono state raccolte nei decenni passati. Tali frammenti sono oggi riferimenti fondamentali per comprendere il mondo delle tradizioni abruzzesi, la cultura contadina e le sue espressioni formali.
Il laboratorio, incentrato soprattutto sui balli del luogo, è arricchito da un breve incontro di studio in cui si parlerà di tradizioni e di cultura locale.
Repertorio del laboratorio: saltarella locale, saltarella scambiata e lu entrë e escë.
Il ballo etnico per eccellenza in questa zona è la saltarella, come in tutto il resto della regione. Ma la saltarella della Val di Sangro, per come si presenta nella sua interezza, può essere considerata fra le differenti tipologie abruzzesi, quella più antica, poiché è monostrutturata e basata sul circolarità. I ballerini, infatti, si muovono sul terreno su tragitto circolare antisolare; l’esasperazione della circolarità e della iterazione continua di un medesimo ruolo svelano anche un’antica funzione terapeutica e catartica di questa danza.
PROGRAMMA
Sabato 14 maggio 2016 – Gessopalena (Ch)
Teatro Comunale “Gennaro Finamore”
Sesto incontro: LA SALTARELLA NELLA VAL DI SANGRO
il canto, la danza e la società di tradizione
Ore 15:30 – 16:30
Incontro di studio: “Tradizioni a Gessopalena e nella Val di Sangro
fra testimonianze, perdite e recuperi”.
Intervengono: dr. Andrea Lannutti (sindaco), prof. Albino Cavaliere,
prof. Pino Gala, etno-antropologa Adriana Gandolfi
Ore 16,30 -18:00 / 18:30-20:00
Due lezioni teorico-pratiche: saltarella locale, saltarella scambiata, lu entrë e escë.
Docenti: Pino Gala, Tiziana Miniati
Ore 21:00 in poi – Festa da ballo in piazza
con la Compagnia della Pescara e suonatori locali
Degustazione prodotti locali
INFORMAZIONI & SEGRETERIA
Tel. 338 5619192 (Edgardo) – www.icoloridelterritorio.org
Facebook: Ass. Cult. I Colori del Territorio, Taranta Tradizioni Popolari
SALTARELLA DI PRIMAVERA
La festa di Primavera si distingue per l’importanza data alla rinascita della natura
e al rinnovamento della vita che nella tradizione popolare diventa festa di gioia,
di armonia, ricca di buoni auspici e speranze.
La Saltarella come obiettivo di ritrovare nella tradizione, non un viaggio all’indietro,
ma la riscoperta di una quotidianità da cui ripartire.
Saltarella di Primavera a Pescara sabato30 aprile 2016
area antistante il Mercato Coperto di via Cesare Battisti
IL LABORATORIO DI SALTARELLA DELLA VAL DI FORO
Sono 37 anni che dura la nostra ricerca etnocoreutica in Abruzzo, sono state osservate due generazioni nelle loro usanze e nelle loro trasformazioni. In questo periodo è stato possibile documentare capillarmente molte delle danze etniche sopravvissute, ma anche le perdite di frammenti significativi del patrimonio espressivo della regione.
Oggi, grazie ai documenti d’archivio, è possibile recuperare in parte la ricchezza di forme coreo-musicali; sono gli stessi ricercatori e studiosi che trasmettono tecnicamente la morfologia dei balli appresi direttamente dagli anziani, così in questo modo è possibile restituire alle nuove generazioni ciò che i loro antenati hanno voluto lasciare come testimonianza.
Francavilla a Mare, città costiera turistica, ha perduto notevoli tasselli del proprio mosaico culturale, allora in questo seminario si osserveranno esempi di balli degli immediati dintorni: l’area ortonese-orsognese era ricca di balli. Per la prima volta verrà analizzata e trasmessa la saltarella della zona, che si avvale di una musica particolarissima, diversa dai modelli dominanti del teramano.
Oltre ad apprendere praticamente le danze, i partecipanti saranno informati adeguatamente sulle notizie storiche sui balli, sul bagaglio culturale ad essi sottintesi e sulle relazioni culturali con altre aree limitrofe.
Verranno proiettate alcune sequenze video della ricerca.
PROGRAMMA:
Ore 15:30 – 16:30 “Il contadino conservatore, custode del patrimonio” Riflessioni, illustrazione e presentazione di alcune sequenze video
a cura di G. M. Gala
Ore 16,30 -18:00 / 18:30-20:00
Due lezioni teorico pratiche: saltarella dell’area orsognese
lu valze scagnato
Docenti: Pino Gala e Tiziana Miniati
Ore 21:00 in poi
Chiostro Museo Michetti
Degustazione prodotti tipici e festa da ballo
con la Compagnia della Pescara
QUOTE DI PARTECIPAZIONE:
Contributo di partecipazione al laboratorio euro 15,00
(riduzione 50% per studenti)
Contributo festa da ballo con degustazione prodotti tipici euro 5,00
INFORMAZIONI & SEGRETERIA:
Iscrizioni e segreteria: www.icoloridelterritorio.org – Edgardo 338 5619192
Facebook: Ass. I Colori del Territorio
Le iscrizioni si prenotano per telefono o e-mail oppure si effettuano all’inizio dell’incontro.
LA SALTARELLA DELLA VAL VOMANO
fra Atri e il medio-basso Vomano
Sul piano musicale la saltarella del Teramano si è imposta negli ultimi anni come il ballo “regionale” dell’Abruzzo intero, grazie ad una fervida produzione disco-nastro-grafica degli ultimi 50 anni. Tutti gli appassionati di musica popolare abruzzese la conoscono, i musici la suonano, i ballerini spesso la “zompano” impropriamente.
La pratica del ballo va sempre più rarefacendosi, perché sono venute meno le occasioni di festa domicilare o parenterale di una volta (matrimoni, carnevale, ecc.). Ecco perché il progetto Concordanze vuole riportare nei luoghi d’origine i balli documentati alcuni decenni or sono dall’opera capillare di ricerca in terra abruzzese dell’antropologo della danza Pino Gala.
Atri, nobile cittadina dell’Abruzzo Ultra, aveva già emancipato da tempo la propria tradizione coreutica verso i balli più di moda del ‘900, ma nelle sue campagne ancora si trovavano traccia delle danze più antiche.
Il corso vuole idealmente lasciare ai giovani il testimone di un’eredità culturale. Oggi la cultura locale ha acquistato valore aggiunto per ricostruire un’identità del territorio e della comunità, senza la quale si rischia di essere – parafrasando Pirandello – “nessuno e centomila” .
L’incontro prevede visite ai musei della città e il corso teorico-pratico di pregiato livello, con cui apprendere la saltarella locale e ascoltare i brani registrati sul campo dal costruttore di organetto Pietro Tavani di Casoli di Atri.
Repertorio: Saltarella e Danzo
Docenti: Pino Gala e Tiziana Miniati.
QUOTE DI PARTECIPAZIONE
Contributo di partecipazione al laboratorio euro 15,00 (riduzione 50% per studenti)
Contributo di partecipazione alla festa da ballo con degustazione prodotti tipici euro 5,00
INFORMAZIONI & SEGRETERIA
Iscrizioni e segreteria: www.icoloridelterritorio.org – Edgardo 338 5619192
Facebook: Ass. I Colori del Territorio
Le iscrizioni si prenotano per telefono o mail e si effettuano a inizio di ogni incontro.
Accademia di Danza Etnica Abruzzese
PROGETTO CONCORDANZE
di Pino Gala
VIII edizione: 2015-2016
“Alle radici e allo specchio”
RITORNO ALLE ORIGINI NELLE TERRE D’ABRUZZO
Organizzazione Ass.Cult. “I Colori del Territorio” di Spoltore
Il contesto dell’esperienza reale e il reinnesto della tradizione.
In un mondo in continua e rapida trasformazione, talvolta si sente il bisogno di tornare alle origini. Le espressioni culturali hanno avuto sempre una fonte, un luogo di gestazione e di radicamento. Il carattere locale di certe arti popolari sono il frutto di contesti ristretti che sono stati per secoli cantieri di fabbricazione di idee e opere. Da alcuni decenni le periferie stanno diventando sterili a vantaggio di una creatività gestita da processi “globali” che assumono carattere mondiale a danno di una dinamica vitale a carattere locale. Vincono modelli espressivi forti e annientano gli esili flussi creativi dei paesi marginali.
Attraverso un rapporto sempre più penetrante con i media ogni occidentale è spinto a vivere sempre più una dimensione virtuale e cosmopolita, ma il corpo ci tiene vincolati agli spazi locali e ai “limiti” di una esperienza concreta e diretta. È giunto il momento di ripensare al fenomeno innaturale della globalizzazione mediante il riprendere coscienza della nostra praticabilità reale, tangibile e corporea. La danza in questo senso funziona da termometro esistenziale. Bisogna tornare, dunque, a valorizzare il contesto quotidiano vivificandolo con ciò che la cultura locale aveva prodotto fino a ieri e stimolare una vivacità culturale a km 0.
Tornare alla tradizione non come viaggio a ritroso, ma come la riscoperta di una dimensione reale della quotidianità da cui ripartire. Ecco allora la necessità di reinnestare ciò che s’era da poco perduto per ricucire memorie e pratiche della vita locale.
Nel mondo delle tradizioni popolari uno dei fini più alti e appaganti di un ricercatore è quello di restituire alla comunità di provenienza il sapere documentato alcuni decenni prima. In molti casi l’etnografo si è trovato a documentare gli ultimi depositari di sapere tradizionale, archiviando testimonianze preziose andate poi perdute. L’antropologo è ben consapevole del valore culturale delle testimonianze usate, soprattutto quando queste vengono poi abbandonate dalle comunità originarie e impoveriscono l’eredità dei loro antenati. Allora riportare in vita quelle testimonianze “storiche” reinnestandole negli stessi luoghi dove furono attinti, vuol dire far continuare una vita, un uso, un’eredità immateriale… una voglia di restituire vitalità ai contesti quotidiani in cui si vive, per una migliore qualità dell’esistenza di ciascuno.
Ottava edizione: formula nuova e ritorno ai luoghi d’origine dei balli
L’ottava anno di questo laboratorio propone una svolta radicale del percorso fin qui intrapreso in Abruzzo, così questa regione si fa capofila di un’esperienza di tentativo di reinnesto delle forme espressive disperse. Si cercherà di organizzare dei seminari sui balli di una specifica zona o singola comunità da svolgere nei luoghi originari; i destinatari principali sono proprio le nuove generazioni del luogo, a cui si passa idealmente il testimone dei balli in uso un tempo e che sono stati dimenticati.
Cambia anche la formula del seminario: gli incontri diventano più brevi ma intensivi, cioè concentrati in un solo giorno (il sabato pomeriggio e sera). A questi brevi seminari si aggiungeranno gli appassionati di tradizioni popolari per apprendere negli ambienti d’origine i balli e le spiegazioni teoriche di contestualizzazione.
Dunque l’VIII edizione di “Alle radici e allo specchio” si caratterizza ancora di più per una maggiore relazione con il territorio. Se ne avverte la necessità, poiché il crescente interesse che si sta sviluppando da parte delle nuove generazioni per le proprie radici culturali, trovi ragion d’essere nel rapporto con le forme espressive dei propri avi analizzati da esperti e avvalorati dalle testimonianze degli anziani.
Bisogna ripartire dalla memoria, dalla comprensione del passato per poi aprire il dibattito sul destino della vita culturale di ciascun paese. La costruzione delle società del futuro si trova davanti ad un bivio: riduzione per modelli dominanti o biodiversità culturale. La danza, mezzo per eccellenza di socializzazione e divertimento, può rappresentare un percorso simbolico di una questione più generale di tipo antropologico e sociologico.
Sarà come compiere un viaggio culturale, una carovana che ripercorre i fili in parte perduti delle danze, delle musiche e dei canti di alcune comunità. La carovana si sposta di volta in volta per effettuare queste tappe di incontri didattici intensivi. Grande importanza sarà data sia alle prassi esecutive originali d’ogni ballo e sia alla visione guidata di réportages di investigazione audiovisiva. Le esperienze pratiche saranno supportate da conoscenze basilari di etno-demo-antropologia, onde evitare consumismi superficiali, delocalizzazioni improprie e confusioni di ruoli.
Durante lo svolgimento del progetto verrà presentata presso il “Museo delle Genti d’Abruzzo” la pubblicazione di un quaderno sulle tradizioni abruzzesi, con ampi spazi dedicati ai balli, alle feste e ai canti della regione.
PROGRAMMA
I incontro: CITTÀ SANT’ANGELO (PE)
Ex Manifattura Tabacchi – Via Lupinato, 1 – Centro Storico
SALTARELLA E BALLO DELLA SALA IN RIVA AL MARE
Sabato 12 dicembre 2015
- h. 15,30-17,30: Lezione teorico-pratica*
- h. 18,00-20,00: lezione teorico-pratica*
- h. 21,00 in poi: Degustazione prodotti tipici e festa da ballo con la “Compagnia della Pescara”
Repertorio: saltarella, ballo della sala, danzo, quadriglia.
Docenti: Pino Gala e Tiziana Miniati.
QUOTE DI PARTECIPAZIONE
Contributo di partecipazione al laboratorio euro 15,00 (riduzione 20% ai minori di 24 anni)
Contributo di partecipazione alla festa da ballo con degustazione prodotti tipici euro 6,00
INFORMAZIONI & SEGRETERIA
Iscrizioni e segreteria: www.icoloridelterritorio.org – Edgardo 338 5619192
Facebook: Ass. I Colori del Territorio
Le iscrizioni si prenotano per telefono o mail e si effettuano a inizio di ogni incontro.
* A breve verranno comunicati i prossimi incontri.
Gli Abruzzi, con le sue specificità territoriali, conservano un patrimonio di canti popolari davvero notevole a cui poter attingere per la giusta impostazione di un laboratorio vocale di canto. Iniziando con la conoscenza di alcuni brani fondamentali, si potranno eseguire le canzoni che hanno fatto la storia della nostra cultura popolare.
ORARI:
dal 5 novembre al 21 aprile tre lezioni al mese
i primi tre giovedì di ogni mese dalle ore 20:30 alle 22:30
Prima lezione gratuita con illustrazione del laboratorio
giovedì 29 ottobre 2015
SEDE:
Area E-spò – Via Dietro Le Mura , 16/1
65010 – Spoltore – Pe – Italia
INFORMAZIONI & SEGRETERIA
Segreteria organizzativa e iscrizioni: www.icoloridelterritorio.org
E-mail: edgardocotellucci@tiscali.it – Tel 338-5619192 (Edgardo)
QUOTE DI PARTECIPAZIONE
Contributo di partecipazione al laboratorio: € 15,00 mensili
L’associazione I Colori del territorio parteciperà alla 12-esima edizione della rassegna Dall’Etna al Gran Sasso che si terrà a Città Sant’Angelo dal 18 al 26 luglio prossimi
CITTA’ SANT’ANGELO. Dopo un anno di forzato silenzio tornerà a grande richiesta nella terza settimana di luglio nel borgo collinare di Città Sant’Angelo la rassegna «Dall’Etna al Gran Sasso»,tradizioni in festa, la sagra per antonomasia, giunta alla sua 12ª edizione. La notizia ha ormai tutti i crismi dell’ufficialità e la macchina organizzativa si è rimessa in moto per poter rispettare le tradizioni e i successi delle stagioni precedenti.
La manifestazione spazia a largo raggio dalla enogastronomia alla religione, e dalla cultura all’arte e allo spettacolo nell’ambito di un gemellaggio istituzionale esistente ormai dal 2001 tra il centro angolano e la città siciliana di Nicolosi, vicino a Catania. L’edizione 2015 della festa potrebbe presentare diverse novità a partire dai giorni interessati all’evento che potrebbero essere prolungati di una settimana.
La rassegna si terrà, come sempre, nel centro storico coinvolgendo direttamente le realtà produttive delle due comunità con gli inconfondibili odori e sapori di produzioni uniche nel loro genere. Serate all’insegna di piatti e prodotti tipici che hanno fatto la storia culinaria delle due regioni, dai cannoli e dagli arancini siciliani alla pasta alla pecorara e agli arrosticini nostrani. Il meglio della cucina di terra e di mare in un’atmosfera resa ancora più piacevole con spettacoli di grande lignaggio artistico.
La rassegna non si è svolta l’estate scorsa in segno di rispetto verso le vittime dell’azienda di fuochi pirotecnici della famiglia Di Giacomo. Una tragedia che ha scosso profondamente la comunità angolana proprio durante l’inizio dei festeggiamenti interrotti prontamente dal sindaco e dagli organizzatori.